Come conoscere il proprio pubblico

FonteGumroad
Autore: Jessica Jalsevac
Categoria: Marketing
Argomento: Pubblico

  • Google AdWords Keyword planner: basta avere un account google e iscriversi a AdWords (gratis). Cliccando su “Search for new keywords” si potrà inserire il prodotto che si vuole lanciare e avere un’idea della chiavi di ricerca più usate in quell’ambito, incluso il numero di ricerche effettuate al mese e la competizione con altri siti web
  • Google Trends: permette di vedere la crescita di una chiave di ricerca nel tempo, evidenziando quando la stampa ne ha parlato. C’è anche una sezione geografica e di interessi correlati
  • Google Alerts: già spiegato in un precedente articolo
  • Facebook graph search: basta digitare un prodotto nella barra di ricerca per avere informazioni su quante persone sono interessate, pagine e gruppi collegati (partecipare a questi gruppi può aiutare a creare un pubblico). Si può anche utilizzare Facebook Ads per esplorare la sezione “Audience” per giocare coi filtri e vedere come varia l’interesse
  • Altri tool come Twitter e Buzzumo sono spiegati nella seconda parte dell’articolo

Un’ulteriore applicazione gratis viene da un suggerimento di Nathan Barry: SumoMe. I vantaggi:

  • Si aggiunge al proprio sito in pochi secondi (37!), basta incollare una riga di codice all’interno dei tag <head>. Funziona su tutti i siti (WordPress, HTML, o qualsiasi sia la vostra scelta) e tutte le versioni base delle app sono free.
  • La configurazione viene poi fatta da un pannello di controllo che l’amministratore può vedere apparire sul sito (una piccola linguetta resta visibile per tutti – consiglio di nasconderla del tutto ai visitatori, basta andare in Settings > Badge > e selezionare “Hidden” nel menu a tendina della Badge location).
  • Sarà possibile aggiungere alcune “app” (basta un click) che danno feature aggiuntive al proprio sito. Tre esempi tra i più interessanti di seguito, ma SumoMe offre svariate app
  • List Builder: consente di aggiungere un popup “smart” di iscrizione alla newsletter. Il popup cerca di capire quando un utente sta per lasciare il vostro sito, in modo da offrire l’iscrizione alla newsletter senza invadere l’esperienza durante la navigazione. Oppure è possibile cambiare le impostazioni per mostrare il popup dopo X secondi di navigazione (alcuni esperti del marketing online sostengono che 15 secondi siano il momento migliore per mostrare il popup). SumoMe promette un incremento medio giornaliero del 20% di iscrizioni.
  • Heat maps: è una versione evoluta di Google Analytics event tracking, e non richiede nessuna configurazione. L’app registra tutti i click sul sito, sia in elementi effettivamente cliccabili che in qualsiasi altro punto della pagina, permettendo di capire se si stanno perdendo click. Il risultato viene mostrato in una mappa di punti più colorati all’aumentare dei click, in modo da capire quali siano le aree più popolari
  • Welcome Mat: aggiunge un form di iscrizione alla newsletter a tutto schermo, che secondo gli esperti del marketing garantisce conversion rate piuttosto alte. Ed è facile da chiudere per i visitatori non interessati alla newsletter

Come creare una campagna di marketing online in 10 step

Fonterobertogeroli.it/blog
Autore: Roberto Geroli
Categoria: Marketing
Argomento: Sito web

Per creare una campagna marketing online per il lancio di un libro si possono seguire i seguenti step:

  1. Creare una landing page con i contenuti spiegati qui e le istruzioni tecniche spiegate qui
  2. Creare un blog (valgono le stesse istruzioni tecniche per creare un sito web, con la differenza di installare WordPress in una sottocartella dell’FTP, ad esempio “/blog”) seguendo la strategia di lancio spiegata qui
  3. Creare un account Google Analytics e aggiungere il codice di tracking alla propria landing page (è spiegato più in basso come configurare Google Analytics e le informazioni che si possono ottenere)
  4. Installare sul blog WordPress alcuni plugin utili come:
    • Un plugin per aggiungere il codice di tracking di Google Analytics e/o un plugin che dia statistiche di navigazione (es: Google Analytics by Yoast o WP Statistics)
    • Un plugin per generare la sitemap del blog (es: Google XML Sitemap)
    • Un plugin per aggiungere i pulsanti di condivisione su social network (es: Simple Share Buttons Adder)
  5. Utilizzare Google Webmaster Tools per inviare la sitemap del proprio sito a Google in modo che venga indicizzata (spiegato sotto)
  6. Aggiungere al sito le Privacy Policy e l’accettazione dei cookies (spiegato sotto)
  7. Creare una mailing list, ad esempio con Mailchimp (spiegato sotto)
  8. Scoprire quando parlano di voi o del vostro libro impostando delle Google Alerts (spiegato sotto)
  9. È possibile offrire maggiori opzioni di acquisto ai lettori con Gumroad, che ad esempio ha un’opzione “pay what you want” (sarà spiegato in un articolo dedicato)
  10. Dopo il lancio, trasformare la landing page nella homepage del prodotto inserendo i link di acquisto al posto di quelli di iscrizione alla newsletter

Google Analytics

Google Analytics permette, aggiungendo un semplice codice da copia-incollare, di ottenere analisi sul traffico al proprio sito. Basta creare un account (è gratuito) o usare un indirizzo gmail e creare una nuova “property” (sito web). Nella sezione “tracking info” viene fornito un Tracking code (nella forma <script>…) che basta incollare nel codice HTML di ogni pagina che si vuole tracciare (ad esempio prima del tag </head>).

Una panoramica delle funzioni principali che si possono osservare su Google Analytics (cercando su google si possono trovare informazioni più dettagliate su come usare questo strumento):

  • Real time
    • Overview: quali utenti sono in questo esatto momento sul sito
  •  Audience
    • Overview: le visite totali al proprio sito
    • Geo > Location: la zona geografica di provenienza delle visite
  • Acquisition
    • Overview: i principali canali da cui arriva il traffico diretto al nostro sito (Direct: chi ha digitato direttamente l’indirizzo del sito; Organic Search: da motori di ricerca; Social: da social media come Facebook o Twitter; Referral: da altri siti web). Ogni canale può essere cliccato per vedere i dettagli
    • AdWords > Keywords: che parole chiave sono state usate per trovare il nostro sito (è importante avere contenuti in linea con le parole chiave che si pensa verranno usate – Google è furbo e penalizza chi cerca di imbrogliare)
    • Search Engine Optimization > Queries: per quali parole chiave il nostro sito compare su google, informazione corredata da quante volte è comparsa (impression) e quante volte qualcuno ha cliccato sul nostro sito da google per quella chiave di ricerca
  • Behavior
    • Behavior flow: il flusso di come si comportano gli utenti sul nostro sito, da quale pagina a quale pagina navigano, incluso il segno rosso di drop-off (in che pagina gli utenti abbandonano il sito)
    • Site content > All pages: quali pagine vengono visitate

Per essere ben indicizzati sui motori di ricerca occorre tenere presente alcune regole come avere titoli racchiusi da tag <h…>, avere indirizzi di pagine user-friendly ecc. Anche per questo è sconsigliato fare il sito da soli a meno di avere conoscenze di programmazione.

Google Webmaster Tools

Questi strumenti possono essere usati per migliorare il modo in cui i motori di ricerca accedono al nostro sito. Di seguito una panoramica di funzioni accessibili da Google Webmaster Tools – almeno le prime due sono considerate buona norma e non richiedono grande sforzo, oltre a non richiedere necessariamente l’utilizzo di Google Webmaster Tools:

  • Sitemap: la mappa del sito viene utilizzata dai motori di ricerca per sapere quali pagine analizzare. Se si è usato un plugin wordpress essa viene generata automaticamente, altrimenti ci sono siti che generano gratuitamente la sitemap del sito, come ad esempio xml-sitemaps.com dove si può inserire anche la frequenza con cui le pagine vengono aggiornate, la priorità delle pagine ecc (meglio lasciare i valori di default se non si è esperti). Sarà poi sufficiente caricare il file così generato, chiamato sitemap.xml, nella cartella principale del sito. Da Webmaster tools > Crawl > Sitemaps è possibile far riconoscere a Google che una nuova sitemap è stata caricata
  • Robots.txt: anche questo file viene generato molto facilmente, è sufficiente avere blocco note, ma aiuta i motori di ricerca nell’indicizzazione del sito (istruisce i robot su quali pagine visitare). Anche per il file robots.txt esistono generatori online, ad esempio qui, ma è così semplice che può essere fatto a mano digitando in blocco note
    User-agent: *
    Disallow: 
    Sitemap: [indirizzo sitemap]

    Salvare il file, chiamarlo “robots.txt” e caricarlo nella cartella principale del sito. Anche il file robots.txt si può poi testare da webmaster tools

  • Keywords: permette di vedere le parole chiave che Google riconosce sul nostro sito. Dopo che Google lo avrà analizzato sarà possibile controllare Google Index > Content Keyword per vedere quali sono le chiavi di ricerca più forti del nostro sito (e eventualmente cambiare i contenuti per far sì che riflettano maggiormente il modo in cui vogliamo essere trovati da Google). Anche qui imbrogliare non porta a buoni risultati perché Google ha algoritmi di controllo, meglio mettere contenuti reali
  • Altro: controllare lo stato di indexing di Google rispetto al nostro sito, vedere se ci sono errori ecc

Privacy Policy e Cookies

Per legge i siti disponibili in internet devono avere nella maggior parte dei casi una Privacy policy e una notifica dell’utilizzo di cookies. È possibile aggiungerle con relativa facilità al proprio sito con i seguenti tool:

  • Iubenda è un generatore (gratuito per uso base) di privacy policy. È sufficiente selezionare i servizi utilizzati sul proprio sito (ad esempio Google Analytics e Mailchimp) e Iubenda fornirà un codice da inserire nella propria pagina (solitamente nel footer). Quando cliccato, verrà mostrato un popup con la Privacy Policy
  • Nibirumail è un generatore gratuito di Cookie consent (il messaggio di notifica) e Cookie policy. Basta incollare il codice nel proprio sito, e verrà anche generata automaticamente una pagina di informativa. Nibirumail mette anche a disposizione un plugin WordPress che si può scaricare e installare sul proprio blog. In alternativa, se si ha già la pagina Cookie Policy, è possibile usare Silktide, un generatore gratuito di Cookie consent, che fa scegliere il formato dell’informativa

Mailchimp

Come spiegato in questo articolo, l’email marketing è particolarmente importante per tenersi in contatto col proprio pubblico. Ci sono varie piattaforme che permettono di raccogliere indirizzi email per inviare newsletter, e Mailchimp è uno dei più famosi. Una volta creato un account sarà possibile utilizzare:

  • Liste: sono gli elenchi di indirizzi email a cui inviare newsletter. Esempi di liste sono “lettori iscritti dal sito” e “lettori che vogliono ricevere gli aggiornamenti del blog”. Creando una lista, Mailchimp metterà a disposizione anche i form per permettere agli utenti di iscriversi alla lista, in forma di pagine cui puntare, o codice da inserire nella propria pagina web
  • Template: per creare il formato delle proprie email. Mailchimp mette a disposizione template molto ricchi – Nathan Barry consiglia di usare del semplice testo, senza troppa formattazione, proprio come se si trattasse di una normale email inviata a un amico
  • Campagne: newsletter inviate alle proprie liste. Mailchimp dà parecchie opzioni inclusa la possibilità di pianificare l’invio e statistiche di apertura, click ecc

Google Alerts

Questo tool di Google ci notifica con un’email non appena qualcuno sul web parla di un argomento che ci dovrebbe interessare – ad esempio il titolo del nostro libro. Ogni volta che qualcuno in internet scrive, ad esempio, “Il Labirinto del Tempo”, Google Alert ci notificherà. Si tratta in pratica di un’automazione che esegue una ricerca google del testo inserito e ci notifica in caso di nuovi risultati.

Alcune opzioni di configurazione: la parola o frase che genera l’alert, quanto spesso venir notificati, quali aree del mondo monitorare, quali lingue

Come creare un sito web

Fonte: robertogeroli.it/blog
Autore: Roberto Geroli
Categoria: Marketing
Argomento: Sito web

Per creare un sito web di base per un autore/libro, gratis o con un basso investimento, è necessario solo:

  • Il contenuto del sito web (si veda ad esempio questo articolo)
  • Il codice HTML che mostri il contenuto
  • Un server che ospiti il codice HTML (servizio chiamato “hosting”)

Codice HTML + Hosting

Ci sono alcune piattaforme che forniscono sia il codice HTML sia il servizio di hosting. Entrambi i servizi sono spesso gratuiti, e le limitazioni si riducono a un indirizzo non completamente personalizzato e una gamma minore di customizzazioni. Anche questa soluzione basica è in genere migliore rispetto a un sito web fai da te, specialmente se non si hanno conoscenze di programmazione, visti gli standard richiesti oggi (il sito deve essere leggibile da smartphone, deve essere ben indicizzato dai motori di ricerca…).

Esempi:

  • WordPress: l’indirizzo sarà nella forma indirizzo.wordpress.com Si hanno meno funzioni e meno personalizzazioni rispetto alla versione “standalone”, ma è sufficiente seguire il tutorial per costruire facilmente un sito web
  • LaunchRock: piattaforma gratuita dedicata alla creazione di landing page, con tanto di statistiche di navigazione (come molte piattaforme gratuite, l’indirizzo è sempre nella forma indirizzo.launchrock.com)
  • Unbounce: piattaforma a pagamento con molte opzioni aggiuntive
  • ConvertKit: altra piattaforma a pagamento, focalizzata su email marketing

Codice HTML

Rispetto all’opzione precedente, questa consente maggiori personalizzazioni come la creazione di sezioni a piacere ecc. Con conoscenze di programmazione è possibile creare il codice HTML da zero, ma occorre tener presente molte regole (sito visibile da smartphone e ottimizzato per l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca…) che non sono facilmente accessibili, e non seguirle rende il prodotto amatoriale o poco funzionale. Se non si è esperti ci sono validissime alternative che possono essere scelte e che portano ad ottimi risultati, ad esempio:

  • WordPress (download): anche il download di WordPress è gratuito. Con questa opzione si avranno maggiori personalizzazioni e la possibilità di avere un dominio a scelta (ad esempio www.autore.it). WordPress è famoso per la sua installazione in 5 minuti e la possibilità di essere altamente personalizzato
  • Themeforest: su questa piattaforma è possibile comprare template per siti web già pronti. Al contrario di WordPress serve un’infarinatura di codice HTML per adattare il tema alle proprie esigenze (cambiare titoli, contenuti ecc), ma i temi in genere contengono istruzioni e per una landing page è spesso sufficnente un “trova e sostituisci” da blocco note. Ad esempio questo tema è ottimo per un libro e costa meno di 10 euro.
  • TemplateMonster: simile a ThemeForest, è possibile scaricare il codice HTML da personalizzare

Hosting

Se si è optato per l’opzione del codice HTML occorrerà un server per ospitarlo. Uno dei vantaggi è che si può scegliere l’indirizzo, ad esempio www.autore.it
Ci sono vari servizi di hosting, alcuni esempi:

  • Tophost: ospitare un sito costa appena 11 euro all’anno. In cambio si hanno 20Gb (più che sufficienti), un indirizzo personalizzato, infiniti alias email@indirizzo.it e volendo anche 4 database MySQL (utile ad esempio se si è scelto di optare per WordPress in versione download
  • GoDaddy: un altro dei numerosi serivi di hosting

Esempio

Procedura passo passo con esempi citati sopra:

  1. Scaricare WordPress da https://wordpress.org/download/ o il template scelto da ThemeForest
  2. Acquistare il pacchetto TopWeb da TopHost, inserendo l’indirizzo scelto. Si riceverà un’email con indirizzo, username e password dell’FTP su cui si potrà caricare il codice HTML
  3. Preparare il codice HTML. Nel caso si sia scelto un template, aprire i file con blocco note (o, meglio ancora, col gratuito Notepad++ che evidenzia la corretta formattazione) e modificare titoli e paragrafi da modificare (il template probabilmente conterrà una guida che spiega come modificarlo). Se si è scelto WordPress, si può seguire la guida per installarlo in 5 minuti:
    1. Decomprimere lo zip
    2. Nella mail di TopHost era presente anche l’indirizzo, username e password del database di default (è possibile crearli e gestirli dal pannello di controllo), che vanno inseriti nel file wp-config.php (editabile con blocco note o NotePad++)
  4. Aprire l’FTP del proprio sito (con esplora risorse o con FileZilla) e caricare il codice
  5. Digitare sul browser l’indirizzo del proprio sito. Si dovrebbe vedere la propria pagina, o se si è optato per WordPress verranno richiesti alcuni parametri di configurazione

Nel prossimo capitolo verrà spiegato come ottenere ancora di più dal proprio sito utilizzando tool come Google Analytics, plugin WordPress e altro ancora.

Come vendere di più: email e sito web

FonteGumroad
Autore: Nathan Barry
Categoria: Marketing
Argomento: Sito web

Un sito web può essere usato quando il prodotto è pronto, per pubblicizzarlo, ma funziona ancora meglio se viene creato prima che il prodotto sia pronto, per raccogliere interesse. Inserendo un modulo di raccolta email si potranno utilizzare questi indirizzi per mettere in atto una strategia di lancio come spiegato nel precedente articolo. I venditori di prodotti del sito Gumroad che usano email marketing fanno il triplo delle vendite rispetto agli altri.

Caratteristiche di una buona landing page:

  • Ha una singola “call to action” (l’azione che si vorrebbe far eseguire ai visitatori). Si vuole che i visitatori condividano la pagina su Twitter, si iscrivano alla mailing list, o pre-ordinino il prodotto? Più opzioni si danno, più probabile diventa che non ne facciano neanche una. Se si vogliono far eseguire più azioni, meglio metterle in ordine di priorità e “sbloccare” la successiva solo dopo che si è fatta la precedente. Ad esempio, l’azione principale dovrebbe essere quella di iscriversi alla newsletter. Solo dopo che si sono iscrirti si può invitare a condividere. E successivamente si può inviare un’email per invitare a fare un pre-ordine.
    Esempi di call to action (più valore i visitatori percepiscono di ottenere, meglio è):

    • Iscriviti per sapere quando X verrà lanciato
    • Inserisci il tuo indirizzo email per uno sconto esclusivo
    • Riceverai gratuitamente questi contenuti bonus
    • Ricevi i dietro le quinte di come X viene creato
  • Non mettere inutili cose extra. Incluse barre laterali, link di navigazione, o qualsiasi altra cosa che possa distrarre dalla call to action.
  • Avere un titolo forte. Deve catturare immediatamente l’attenzione, e invogliare a continuare a leggere. Parlare di una frustrazione comune al pubblico può essere un buon metodo. Questo aiuta anche la condivisione della pagina: una landing page in genere non viene condivisa su twitter/facebook, ma se contiene una frase con cui altri autori si trovano d’accordo, le probabilità si alzano (ad esempio Gumroad ha usato “Vendere un prodotto dovrebbe essere facile come condividere un link”)
  • Avere un paio di brevi paragrafi che spieghino il prodotto. Non servono dettagli specifici quanto piuttosto cosa rende eccitante il lancio di questo prodotto. Qualcosa che stimoli l’eccitazione dei visitatori
  • Avere una grafica che faccia capire il contenuto della pagina. Avere subito l’immagine di un libro con relativa copertina fa capire immediatamente di cosa tratta la landing page.

In “Come lanciare un libro” è stato spiegato come si può utilizzare la landing page in una sequenza di lancio. Per riassumere la strategia nell’arco di 5 settimane, con 5 email:

  1. Contenuto interessante + menzione al prodotto per farne conoscere l’esistenza
  2. Contenuto interessante + aggiornamento veloce
  3. Contenuto interessante + alcuni dettagli del prodotto e data di lancio
  4. Breve contenuto + tutti i dettagli sul prodotto. Ricordare la data di lancio
  5. Breve email per notificare che il lancio è stato effettuato, con il link e un paio di testimonial

Dopo il lancio si potrà mettere sulla landing page un capitolo di esempio per invogliare futuri acquirenti a comprare il libro, o ricordare ai membri della propria mailing list di libri passati, ad esempio in occasione di nuove edizioni.

Un esempio di landing page trasformata in product page dopo il lancio: http://nathanbarry.com/authority/

Come lanciare un libro

Fontenathanbarry.com/launch
Autore: Nathan Barry
Categoria: Marketing
Argomento: Lancio

  • Marco Polo è ricordato come un esploratore della Cina – col solo problema che in realtà era un mercante: il padre e lo zio di Marco Polo avevano fatto la stessa tratta molto prima di Marco Polo. Perché allora ci ricordiamo proprio di lui? Per lo stesso motivo per cui alcuni chef hanno avuto molto successo: perché hanno condiviso la loro conoscenza. Questo ha creato una reputazione e credbilità – oltre ad aver creato un pubblico. Sicuramente scrivendo un libro si è appreso qualcosa che altri non sanno e che vorrebbero sapere: nel processo di documentazione, o avendo a che fare con editori o agenti, o valutando le piattaforme di autopubblicazione. Condividere questa conoscenza è il modo migliore per creare una reputazione
  • Il traffico che viene acquisito va mantenuto: nel novembre 2011 Nathan Barry scrisse un post che ottenne 56.000 visite, ma subito dopo le visite al suo blog sono crollate di nuovo. Facebook e Twitter hanno una conversion rate molto bassa: se avete creato un blog con contenuti di valore, sarà nell’interesse del pubblico essere aggiornato. E in questo caso il modo migliore per creare un dialogo duraturo è tramite le email.
  • Quando si vuole lanciare un libro, è bene creare una landing page (un sito web) dove i lettori possono scoprire di cosa parlerà il libro, qualcosa dell’autore, e iscriversi alla newsletter. Cosa ci guadagna chi si iscrive alla newsletter? Non tutti saranno interessati ad avere “notizie sulle prossime pubblicazioni”. Si possono quindi offrire sconti, anteprime, ecc.
  • Per raccogliere gli indirizzi email occorre poi creare delle liste. Ci sono piattaforme che permettono di farlo in maniera efficace: ad esempio una delle più famose è Mailchimp (gratuita per un uso standard), ma esistono molte alternative come ConvertKit (creata da Nathan Barry, si paga in base al numero di subscribers). Nathan Barry consiglia di creare due liste: una di persone interessate a notizie sul libro (prossime uscite ecc) e una di persone interessate ai post del blog in cui si condivide ciò che si è imparato, in modo da mandare email diverse a seconda del gruppo.
  • Il lancio di un prodotto può richiedere mesi. Questo è normale, ed è buona cosa iniziare in anticipo a raccogliere indirizzi email. Ma se la prossima email che i subscriber riceveranno è una mail pubblicitaria per comprare il vostro libro, sarà uno dei rari casi in cui il non aver mandato abbastanza email vi ha fatto sembrare degli spammer. È meglio restare in contatto con degli aggiornamenti ogni qualche settimana, magari con informazioni utili. Come rendere queste email interessanti?
  • Invece di scrivere una dozzina di post mediocri è molto meglio concentrarsi su tre-quattro blog post davvero epici. Si possono ad esempio condividere parti del libro. Meglio dare il maggior valore possibile, e non temere di dare gratuitamente troppa conoscenza (si veda l’esempio degli chef, mettono i loro segreti online o su libri). Più valore hanno i post, più probabilmente verranno condivisi. Un esempio da Nathan Barry: “Come ho guadagnato $19,000 sull’AppStore mentre imparavo a sviluppare” o “Come crearsi un pubblico“. Nel post sul blog va poi incluso un link alla landing page, solitamente all’inizio, e un form per iscriversi alla newsletter alla fine (integrato nel post con alcune parole che invitino a iscriversi e non copia-incollato senza contesto). Questi post così interessanti possono poi essere condivisi via mail col pubblico in modo da ricordargli della vostra esistenza: poiché hanno a che fare col prodotto cui erano interessati, dovrebbero trovarli altrettanto interessanti. Mandateli alla lista aggiungendo novità sui progressi del prodotto. Anziché un link di iscrizione alla newsletter, nell’email si può mettere un invito a condividere l’articolo.
  • L’articolo andrebbe poi promosso, ad esempio postandolo su siti che possono essere interessati all’argomento di cui parlate. Trovare gruppi interessati a quell’argomento è un modo naturale di promuovere i propri post

Sequenza di lancio

Nathan Barry ha creato sequenze di lancio che hanno portato a guadagnare più di $1,000 in 10 minuti. Eppure una in cui ha mandato una semplice email per vendere 25 posti per un workshop ai suoi 5000 subscriber ha fallito completamente.
Quando è stata l’ultima volta che hai comprato un prodotto alcuni minuti/ore dopo averne sentito parlare per la prima volta? È una cosa che non succede spesso.

Quello che aveva funzionato delle altre sequenze di lancio era l’aver creato aspettativa per settimane. Ecco perché le sequenze di lancio sono tanto importanti, ed ecco come funzionano:

  1. Creare aspettativa nell’arco di alcune settimane o mesi, parlando del prodotto per alzare l’interesse
  2. Dare una data in cui il prodotto sarà disponibile all’acquisto
  3. Il giorno prima del lancio mandare un’email con tutte le informazioni su come acquistare il prodotto. L’email include i benefit del prodotto, i prezzi (se avete creato dei diversi scaglioni di prezzi ancora meglio, ad esempio per versioni paperback, hard cover, o addirittura una versione con un design esclusivo, firmata dall’autore…) e rispondere a qualche FAQ. L’email deve avere tutto a parte il link di acquisto, e deve indicare invece una data e ora esatte
  4. A quella data e ora, inviare un’email in cui viene solo scritto che il prodotto è pronto, con il link di acquisto
  5. Al lancio creare un senso di urgenza. È molto rischioso se un compratore pensa “interessante, lo comprerò più tardi”, perché ci sono ottime probabilità che se ne dimentichi. Ecco alcuni modi per creare un senso di urgenza:
    • Avere un prezzo promozionale per un periodo limitato (20% di sconto) – dà anche l’opportunità di mandare una seconda email per ricordare che il periodo promozionale sta scadendo
    • Avere un bonus addizionale per un periodo limitato o per i primi x compratori (perché c’è già uno sconto applicato, o da usare in combinazione al primo come ulteriore premio per i primissimi)
    • Avere quantità limitate, o il prodotto disponibile solo per un periodo limitato (sconsigliato per libri, non ha senso)