Come scrivere un buon romanzo

Fonte: How to write a damn good novel
Autore: James N. Frey
Categoria: Scrittura
Argomento: Regole

Ci sono vari strumenti nella cassetta degli attrezzi di uno scrittore:

  • I rapporti di causa-effetto sono molto importanti per il lettore, cerca ripercussioni di ciò che succede nel romanzo, è gratificante quando un evento può accadere grazie al precedente e non per decisione ex machina dell’autore
  • La premise è la singola frase che costituisce il nucleo del libro. Durante il libro ci sarà l’evoluzione del protagonista (attraverso la lotta, contro il conflitto), poi il culmine con un ribaltamento della situazione, dove un’azione risolve il dilemma iniziale. Dopo il climax la premise viene dimostrata
  • Un buon climax: dimostra la premise; è sorprendente; suscita nel lettore emozioni forti; ha almeno una piccola componente di “giustizia è fatta”; mostra un nuovo lato del protagonista; non lascia sospesi
  • L’identificazione è il più grande trucco per un autore. Siamo tutti voyeur, e questo elemento dovrebbe essere sfruttato. Ciò può essere fatto:
    1. mettendo subito il personaggio in una situazione che provochi emozioni. Possibilmente problemi con cui il lettore possa simpatizzare da subito
    2. con una crisi, e il lettore deve poter partecipare al processo decisionale del personaggio
    3. se i personaggi soffrono, lottano, sono umani
  • L’identificazione crolla se i personaggi sono crudeli verso i personaggi più apprezzati, o se fanno cose stupide, o se agiscono a meno del meglio delle loro possibilità
  • I flashback servono a spiegare perché i personaggi stanno per comportarsi in modo diverso dal solito o da come ci si aspetta. Danno un background al personaggio, per dimostrare che ha delle motivazioni e che non merita disprezzo
  • Le anticipazioni possono essere usate se creano domande o alzano la tensione. Possono riguardare ad esempio un lato del carattere di un personaggio. Se anni fa un personaggio ha ucciso un cane qualcosa vorrà dire e l’episodio di allora avrà in qualche modo senso oggi. Oppure personaggi minori possono parlare in forma di previsione di qualcosa del carattere di personaggi principali (“so che quel personaggio è cattivo…”). Oppure i personaggi stessi possono anticipare qualcosa di sé stessi quando sono sotto stress
  • I simboli possono essere usati per aiutare il lettore a mettere a fuoco un conflitto: possono essere ad esempio un simbolo della vita di un personaggio ed essere significativi per quel personaggio. In genere è buona cosa creare un simbolo materiale di ciò che vuole il personaggio (ad esempio se il personaggio vuole fuggire da una situazione è una buona cosa creare un oggetto materiale che rappresenti l’essere sfuggito)
  • I personaggi nei dialoghi non dovrebbero mai dire direttamente cosa vogliono. Sii indiretto. Il dialogo deve creare conflitto, essere furbo, e vivido. Per migliorare i dialoghi ci si può chiedere per ogni riga: c’è conflitto? È banale? Si può rendere migliore rendendolo indiretto? La riga che sto leggendo è vivida e furba al massimo delle sue possibilità? Conflitto non vuol dire litigare, ci può essere conflitto anche in una frase come “what’s wrong dear?”
  • I comandamenti generali dovrebbero essere: abbi una prosa dinamica; sii specifico; risveglia tutti i sensi; sii un poeta (usa personificazioni, esagerazioni, metafore, similitudini che richiamino più di una caratteristica); nelle descrizioni evita i cliché e le cose difficili da visualizzare, fa sì che la descrizione sia influenzata dal tempo, dal personaggio e dinamica

Nella fase di editing, la regola madre può essere che se si sospetta che qualcosa non funziona, allora vuol dire che non funziona. Altre cose di cui tenere conto:

  • La premise è rispettata?
  • Il personaggio da apprezzare agisce in modo stupido o crudele?
  • C’è conflitto tra i personaggi? Agiscono sempre al massimo delle loro possibilità? Would he really? C’è sempre un crucible? I personaggi sono mossi da passioni dominanti? Sono determinati e non stereotipati?
  • I personaggi sono cresciuti da un estremo all’altro?
  • I conflitti sono saliti, senza rimanere statici? Si sono poi risolti?
  • La storia inizia nel momento giusto, né troppo presto né troppo tardi?
  • Ci sono buoni rapporti di causa-effetto?
  • Il climax rispetta le regole del buon climax?
  • C’è una “poetic justice” o “irony”?
  • I personaggi sono rivelati emozionalmente nei loro vari aspetti?
  • Se ci sono anticlimax (punti in cui l’attenzione si abbassa), toglili
  • Se ci sono flashback, sono necessari?
  • Hai partecipato a tutti i conflitti possibili?
  • Ogni scena è il più eccitante possibile, con un conflitto che aumenta?
  • I dialoghi rappresentano un conflitto? Sono caratterizzanti, utili alla storia, vividi e furbi?
  • Hai coinvolto tutti i sensi? Sei stato specifico?

Come scrivere un buon libro – Personaggi

Fonte: How to write a damn good novel
Autore: James N. Frey
Categoria: Scrittura
Argomento: Personaggi

  • I personaggi devono avere una dimensione fisiologica (un personaggio è influenzato dal suo essere grasso), sociologica (in che ambiente sono cresciuti) e psicologica (perché fanno le cose che fanno)
  • Devono essere più intensi delle persone reali. Devono essere delle tempeste emotive di fronte ai confilitti. Si potrebbe scrivere la biografia dei personaggi cercando gli ostacoli che hanno dovuto affrontare per arrivare dove sono ora
  • Bisogna trovare la loro passione dominante, e devono essere determinati. Se i personaggi fanno tutto ciò che ci si aspetta da loro sono degli stereotipi. La passione deve essere ben integrata nel loro carattere e nella storia, e se sono passioni negative devono avere risvolti positivi (non si vuole far odiare il personaggio. La passione negativa può essere dovuta a un trauma?)
  • I personaggi devono agire al massimo delle loro capacità (inclusa la loro capacità di evoluzione). L’autore dovrebbe pensare a come renderli ancora più ingegnosi/drammatici/sorprendenti/divertenti. Ma seguendo la regola “would he really…” (davvero farebbe…)

Ciò che muove i personaggi deve essere il conflitto. Come essi agiscono di fronte al conflitto è ciò che li caratterizza.

  • I personaggi hanno voleri opposti? I buoni antagonisti non devono essere cattivi, anzi più sono simili nei propositi ai protagonisti, più il conflitto potrebbe essere interessante. Dai agli antagonisti punti di vista logici e ragionevoli, e soprattutto credibili
  • Crucible: i motivi per restare devono essere più forti di quelli che spingano i personaggi ad abbandonare il conflitto
  • I conflitti interiori creano molta empatia con i lettori. Se un personaggio non ha conflitti interiori risulterà finto o antipatico. Il conflitto interiore conferma il coinvolgimento del personaggio
  • Impala i personaggi con dilemmi: i dilemmi funzionano quandi ci si accorge che i personaggi sono lacerati da forze opposte
  • Il conflitto deve evolvere, ma non senza motivazioni o step che lo facciano salire di colpo o senza motivo. Il conflitto che sale lentamente è il migliore: dall’inizio alla fine di una scena la situazione deve essere peggiorata, ma se questo non porta a un cambiamento il tutto diventa statico

I personaggi dovrebbero essere una delle componenti del libro che spingono i lettori a continuare a leggere, galvanizzandoli.