Analisi de “Il corpo (The Body)” di Stephen King

Fonte: Il corpo (The Body)
Autore: Stephen King
Categoria: Scrittura
Argomento: Analisi

In questo articolo vengono analizzati gli espedienti narrativi usati da Stephen King ne “Il corpo” da cui è stato tratto il film “Stand by me”. In grassetto quelli più generali/facilmente riutilizzabili

  • Il narratore dichiara subito di avere avuto 12 anni la prima volta che ha visto un cadavere. Spiega un attimo chi sono i personaggi (concentrandosi sul più matto, per darci uno scorcio del gruppo di 4 amici protagonisti della storia), poi passano subito all’azione
  • Decidono di camminare per decine di miglia senza dire nulla ai genitori per vedere un cadavere, e preparano una scusa e l’attrezzatura per il campeggio. Ma non pensano di portare il cibo – gli ostacoli sono piccoli, da ragazzini, e la storia acquista credibilità oltre a farci affezionare ai personaggi per le loro debolezze
  • Il narratore dà scorci della vita del suo amico (il padre lo picchia) e della sua (i genitori preferivano il fratello morto)
  • Nel primo atto viene nascosta una pistola – letteralmente in questo caso
  • Chris è il più coraggioso e può dire che la foresta di notte fa paura. Se l’avesse detto Teddy avrebbero riso. Stephen King è sempre molto efficace nel ricreare le sensazioni dell’infanzia e dell’adolescenza
  • I momenti che evoca sono vividi: il sole che scotta, i paesaggi familiari, le cose che vede
  • I due amici hanno un discorso a caso (parlano del loro amico, che è matto, rievocano che una volta stava cadendo da un albero, uno dei due dice che spesso sogna di cadere, “strano eh?” “Già”) e “per un attimo ci guardammo negli occhi e vedemmo alcune delle cose vere che ci rendevano amici” – di nuovo sensazioni vivide di quel periodo
  • Uno di loro dice “si sta proprio bene” e il narratore chiarisce che la loro missione è solo parte di questo star bene: tutto è intorno a loro, sanno chi sono e dove andranno.
  • Fanno a testa o croce per chi va a prendere cibo e tocca al protagonista “meglio per voi che non andiate senza di me” – non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. E voi? La nostalgia alza il coinvolgimento del lettore
  • Foreshadowing di qualcosa di brutto ma calato nel realismo della narrazione: facendo a testa e croce, a tutti esce croce (“porta sfortuna”, dice uno, ma “non diceva niente che non sapessimo già: tutte teste portano fortuna, tutte croci sfortuna”). Poi al protagonista esce testa, agli amici croce: per un attimo è preoccupato dal fatto che i suoi amici hanno ancora addosso la sfortuna, ma poi un amico lo prende in giro per aver perso e il momento passa
  • Quando litigano col guardiano della discarica, lui li minaccia della cosa peggiore: avvisare i genitori. E quando lo insultano andandosene, il protagonista lo guarda e per un attimo gli fa pena, chiuso al di là del recinto col suo cane
  • Un amico scoppia a piangere e non sanno cosa fare, “non sono le lacrime cui sono abituati, quelle di quando ti fai male cadendo dalla bicicletta”. Che il guardiano di una discarica abbia insultato il padre di uno di loro non è niente di che… Ma che qualcuno alla luce del sole esprima i dubbi che lui ha quando non riesce a dormire la notte, quello l’ha scosso. “Sono un piagnone eh?”. E il protagonista si chiede come quello anni tanto si padre, che l’ha quasi ammazzato, quando lui non prova molto per il suo che non ha mai alzato le mani
  • “Scusate se vi ho rovinato il divertimento” dice quello, e un altro risponde “non sono sicuro di volere che sia un divertimento, stiamo andando a vedere un cadavere”: e lì capiamo che è un rito di iniziazione, tutta la storia è un rito di iniziazione e la fine della fanciullezza.
  • Quando vengono nominate le paure notturne, l’autore dice che non avrebbe mai immaginato allora che avrebbe trasformato una paura notturna in un milione di dollari. E ci chiediamo quanto ci sia di autobiografico in quel libro, e anche se l’autore non ha mai detto che è una storia vera o che quel ragazzino è Stephen King, la storia acquista più credibilità
  • Dice che devono muoversi più in fretta perché non sono ancora a Harlow, e piazza così la bomba a tempo
  • Arrivano al fiume, e il ponte che lo attraversa è una vera sfida, di quelle che racconti agli amici. Ci sono momenti di tensione. Il ponte non è fatto per passarci sopra, ma fa risparmiare ore di cammino e ha appena detto che devono andare più in fretta. Sono tutti dubbiosi e nominano tutto ciò che potrebbe andar male, ma l’amico pazzo dice che intende usare il ponte, e li aspetterà dall’altra parte. Quando il protagonista dice che vista quanta erba c’è è chiaro che passino pochi treni, e uno è appena passato; e quando il loro amico li sfida ad andare, chiedendo se ci sono fighette (sono amici, ma le meccaniche sono quelle della loro età), la decisione è presa. Ovviamente passerà un treno
  • Parla di cose in cui tutti possono riconoscersi e provare nostalgia: la quasi noia dell’estate che ti fa quasi essere eccitato al pensiero di andare a scuola. La noia vera a scuola, la seconda settimana
  • Si sancisce il passaggio: il suo amico spiega che entro la fine dell’anno scolastico sarà tutto finito tra loro visto che lui inizierà i corsi preparatori per l’università. È la fine della fanciullezza e la fine dell’amicizia di quell’età. Si vede anche quanto l’amico tenga a lui, visto che lo spinge a usare il suo dono lasciando indietro i suoi amici – è un turning point nella vita del protagonista. Anche se infrange una regola non scritta tra ragazzi: non si parla mai male dei genitori altrui. Il protagonista capisce che il suo amico conosce perfettamente la vita del perdente, di chi può fare qualcosa e si accontenta. E gli rivela che ha subito un’ingiustizia da un’insegnante (ha rubato lui i soldi, ma poi li aveva ridati, e quella li ha tenuti) e che vorrebbe provare anche lui a andare al college, ma che ha paura di venir trascinato in basso. Da chi? Dagli amici, risponde lui, indicandoli. Non li puoi salvare, e ti trascinano in basso come gente che affoga attaccata alle tue gambe
  • Quando si accampano parlano di tutto quello di cui si parla quando non si sono ancora scoperte le ragazze.
  • Al mattino il protagonista vede un cervo e dice che quello è il pensiero a cui torna quando gli sono successe cose brutte nella vita, e non ne ha mai parlato con nessuno. Stava per dirlo agli amici, ma è difficile dire le cose importanti e non l’avrebbero capito (l’aveva spiegato prima, che dopo che hai parlato delle cose importanti ti senti stupido perché non le hai spiegate bene, e la gente si chiede perché ti sei scaldato tanto, perché hai alzato la voce nel parlarne). È difficile far sì che gli estranei tengano alle cose importanti della vita.
  • Si buttano in acqua e sono attaccati da sanguisughe, che gli daranno gli incubi per anni. C’è un momento di tensione, inconvenienti del rito di passaggio.
  • Si accorgono che manca più di quanto pensassero, e a questo punto l’avventura si trasforma in duro lavoro: a volte sono spaventati (v. sanguisughe) e i genitori forse si stanno chiedendo dove sono. Pensavano di fare l’autostop, ma se arrivano troppo tardi nessuno li prenderà su quando inizia a fare buio. Altra bomba a tempo
  • Il protagonista si chiede come mai non hanno fatto l’autostop anche all’andata e dice che forse volevano un’avventura. Si chiede se questo non abbia influenzato gli eventi e se ora gli altri tre non sarebbero ancora vivi. Ma chiarisce che nessuno muore in quella storia, anche se è vero che ora che ha 34 anni è l’unico ancora vivo. Le cose importanti non devono essere facili, ecco perché hanno preso quella strada. Gli eventi trasformano il viaggio in una cosa seria.
  • Quello che non sanno è che il fratello bullo di uno di loro, e i suoi amici, sono sulla strada per il corpo, in macchina.
  • Vedono la mano del cadavere, e sa la verità dell’intera faccenda: la morte è reale (e l’infanzia è finita, l’iniziazione è fatta)
  • Le scarpe sono lontane e la sua immaginazione, che gli permette di scrivere libri e che gli amici gli invidiano, gli fa anche vedere cose che lo tengono sveglio la notte (cose con denti lunghi, aguzzi, crudeli), e in quel caso gli fa anche capire che quella persona è stata sbalzata fuori dalle scarpe. Quel particolare gli fa realizzare che il ragazzo è morto.
  • Arrivano i ragazzi più grandi. Ma quello è il loro rito di iniziazione, e non vuole che i ragazzi grandi si prendano qualcosa che spetta ai più giovani. È improvvisamente arrabbiato. E poi sono venuti in macchina! Dopo tutto il loro duro lavoro, quella è forse la cosa che lo fa arrabbiare di più. I grandi li minacciano: o prendono il corpo, o li menano e prendono il corpo. La situazione sembra davvero decisa: sono di più e più grandi. Il protagonista vorrebbe spiegare del treno, del guardiano della discarica, delle sanguisughe (gli ostacoli nella loro quest). Ma quello nomina il fratello morto, e lui lo manda al diavolo. Capisce che quell’affermazione gli avrebbe meritato morte certa: infatti il bullo dice che gli spezza le braccia, e fa sul serio. Ma era stata nascosta una pistola nel primo atto, e ora viene estratta. Il bullo avanza comunque – non crede che un dodicenne gli sparerebbe (gli dice che andrà in prigione, che non sparerebbe a un topo), ma il protagonista crede che si sbagli. Pensa che inizierà un grosso casino, e tutto per decidere chi riporterà un cadavere (ma non è solo questo). Poi il suo amico Chris dice “dove vuoi la pallottola, gamba o braccio?” e il bullo si ferma. Perché sente nella voce il rimorso per il fatto che le cose sarebbero peggiorate. Chris dice loro di tornare a casa, e i bulli chiariscono che se va così, lo pesteranno, gli faranno male – non la passerà liscia. Sarebbe troppo facile se no. Inizia a grandinare, gli altri due amici scappano ma Chris chiede al protagonista di restare. Lui resta, il bullo dice che non se ne dimenticheranno, e Chris risponde: ok, ma quello sarà un altro giorno. Il bullo riprende con le minacce e lui gli grida di andarsene, puntando la pistola. I bulli se ne vanno.
  • “Ce l’abbiamo fatta!”, ma vedono con orrore che la grandine ha riempito gli occhi del cadavere. Chris insulta gli amici che sono scappati, poi capiscono che portare indietro il cadavere non è una buona idea perché i bulli possono tornare. Chris inizia a piangere e tutti sono sbalorditi: nessuno ha mai visto Chris Chambers piangere.
  • Dopo una ventina di minuti si riuniscono, Chris ammette che il protagonista ha ragione a dire che non possono portare via il cadavere, e se ne vanno. Torniamo al presente, e il narratore dice che ci sono cose che lo inquietavano allora e lo inquietano oggi. E se non l’avesse ucciso il treno, ma la paura? E soprattutto, dov’è il cestino con cui era uscito? [Non capisco perché sia significativo]. Vuole andare a cercarlo, ora. Dimostrare che un tempo un tredicenne esisteva. La linea che divide infanzia e vita adulta è più sottile di quel che si pensa. E a volte pensa “quel ragazzino ero io” e si chiede spaventato a quale ragazzino si riferisca
  • I due migliori amici si salutano. Lui non sa cosa dire e scherzano, ma forse non avrebbe detto niente anche se avesse saputo cosa dire: parlare distrugge gli effetti dell’amore. L’amore ha denti che lasciano ferite profonde che non guariscono. Nessuna parola le può rimarginare: se le ferite si seccano, così fanno le parole.
  • Alla fine nessun genitore si accorge di niente e la vera storia di com’è andata non esce. Uno dei bulli fa una chiamata anonima e il corpo viene trovato senza che nessuno sia un eroe. Il protagonista si becca una pestata da due dei bulli, e se non fosse per una signora che interviene non sa come sarebbe andata a parte due dita e un naso rotto. A Chris viene rotto il braccio dal fratello e ha una faccia nera. Anche agli altri amici viene fatto male. Quando guariscono prendono strade diverse, gli altri due trovano amici che fanno ciò che dicono, il protagonista e Chris cominciano a frequentarli di meno. Succede, e quando pensa al sogno degli amici affogati pensa sia giusto che succeda. “Non è giusto, ma succede. Alcuni affogano”.
  • I due che si sono allontanati da loro moriranno in incidenti. I due migliori amici fanno i corsi pre-college con grandi sforzi. Poi Chris viene ucciso quando cerca di separare due litiganti (torna un tratto che si era visto nella storia) e lui lo piange per mezz’ora. Il protagonista diventa scrittore
  • Nella versione che ho letto ci sono alcune domande-attività interessanti alla fine del libro, tipo “Teddy fa cose rischiose, cosa hai fatto tu di rischioso? Perché? Come ti sei sentito dopo?” – si associa Teddy al rischio