Stein on writing – Trama

Fonte: Stein on writing
Autore: Sol Stein
Categoria: Scrittura
Argomento: Trama

Un modo molto efficace per creare una trama è quello dell’actor studio method: dare a due personaggi in scena due copioni diversi (ad esempio in uno viene detto di interpretare un genitore il cui figlio è vessato da un professore che l’ha preso di mira per un motivo futile e che da allora gli rende la vita impossibile, all’altro viene detto di interpretare un professore che ha un alunno che non rispetta in nessun modo le regole sociali, crudele con i compagni, e supportato dai genitori). Il metodo in genere funziona molto bene perché è proprio quello che succede nella vita reale: ogni “personaggio” ha copioni diversi che arrivano da punti di vista diversi e vede le cose secondo le informazioni che ha. Attenendosi a questo metodo e a motivazioni credibili da entrambi i punti di vista si hanno le basi per una buona trama.

Altri fattori chiave per una trama interessante sono:

  • Il crucible: la motivazione a confrontarsi è più forte di quella di andarsene (ad esempio sono forzati a stare in un ambiente chiuso)
  • La suspense: la curiosità del lettore a scoprire cosa succederà deve essere più forte del bisogno di fare altro. Suspense vuol dire lasciare sospesi, “to hang”, e lo scrittore è l’hangman. Lo scrittore non è il salvatore, non ha compassione, deve lasciare sospesi il lettore e il personaggio e salvarli il più tardi possibile. Il lettore deve volere che accada qualcosa che non accade, o vuole fermare qualcosa che sta succedendo e lo scrittore non lo ferma. Per creare suspense si può introdurre un pericolo prospettato o immediato, un confronto non desiderato (e magari voluto da uno dei personaggi), una vecchia paura che ritorna, una crisi che richiede un’azione
  • Il dovere dell’autore è di creare una situazione che gridi per una soluzione, e poi agire in maniera irresponsabile (set up something that cries for a resolution, then act irresponsibly), occuparsi di altro, esacerbare il bisogno di una soluzione. E a seguire non bisogna eliminare la prospettiva del pericolo, non bisogna togliere un pericolo senza metterne uno maggiore, bisogna mantenere il confronto non voluto il più a lungo possibile, far sì che la situazione di paura sia peggio del previsto, che la soluzione si rivela controproducente e la crisi viene prolungata
  • Bisogna ricordare che il lettore è interessato alle scene, non a quello che ci sta in mezzo. Una buona tecnica di revisione è quella di eliminare tutte le scene deboli. Non bisogna portare il lettore dove vuole andare, vanno create più linee di suspense. Per questo scopo, i capitoli brevi rendono la sensazione di velocità, ma se sono meno lunghi di 3 pagine non coinvolgeranno il lettore. I capitoli dovrebbero poi finire con un problema irrisolto
  • La tensione: gli scrittori sono dei troublemaker, devono creare problemi. Il loro lavoro è quello di dare ai lettori stress, tensione e pressione. La tensione deve durare poco, la suspense può durare anche tutto il romanzo. Crea delle ansie istantanee, e per il lettore sarà delizioso. Dire che la tensione deve durare poco non vuol dire che va risolta subito: il conflitto scatenato dalla tensione può durare anche tutto il libro. È meglio inserire questo conflitto il prima possibile. Alcuni esempi: un lavoro pericoloso (pensa poi di aggiungere un bambino che guarda la persona che svolge il lavoro pericoloso – la tensione sale), l’avvicinarsi di una scadenza, un incontro spiacevole, i contendenti intrappolati in un ambiente chiuso