Gamberi Fantasy: descrizioni e dialoghi


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Fonte: fantasy.gamberi.org
Autore: Gamberetta
Categoria: Scrittura
Argomento: Regole

Come creare buone descrizioni

  • Inserisci lo scorrere del tempo, non esistono due istanti uguali
  • I dettagli devono essere funzionali alla storia, se un personaggio ha una certa ragione per ntoare le cose punta a quello nella descrizione
  • “Michele è troppo vecchio e stanco per correre alla fermata” è meglio di “ha una novantina d’anni”
  • Serve produrre molta documentazione… ma deve stare dietro le quinte, non bisogna voler mostrare al lettore quanto ci si è documentati o la descrizione diventa pedante e statica, con dettagli inutili che sono solo pesanti
  • Mantenere il punto di vista, anche nelle descrizioni. Se una descrizione viene descritta mentre la telecamera è sulla spalla di un personaggio, va mantenuto il suo punto di vista. Si capisce subito quando un personaggio parla con una voce non sua, e a quel punto la suspension of disbelief si incrina
  • I dettagli devono essere concreti, stimolare i sensi e usare il linguaggio del personaggio, che vuol dire documentarsi su ciò che il personaggio conosce
  • Se la descrizione è complessa si possono usare metafore, ma attenzione a non strafare
  • Errori comuni: non ci sono immagini, non ci sono suoni, non ci sono sensazioni, solo aggettivi appiccicati (e ancora peggio se sono astratti)
  • Esempi: “Agatha è indipendente e determinata” è un errore, andrebbe mostrato che Agatha si prende cura della sorella malata e vive da sola.
    Verrà da dire “ma io devo dire che c’è stata una guerra atomica, vero?” – No. L’autore deve mostrare i palazzi distrutti, i mutanti per le radiazioni. Il lettore capirà da solo che c’è stata una guerra atomica. In questo senso le descrizioni devono essere funzionali alla storia

Come creare buoni dialoghi

  • Nella prima stesura non seguire i consigli dei buoni dialoghi, o sembreranno finti. Verranno milgiorati nelle stesure successive
  • Lascia evolvere il dialogo. Se va in una direzione che modifica la trama, fidati del dialogo, non della trama (questo succede perché conosci bene il personaggio e non fidarsi vorrebbe dire introdurre forzature). Se la direzione è sbagliata, allora devi cambiare le condizioni iniziali e riscrivere, non cambiare il dialogo
  • Sii schizofrenico: entra nella testa del personaggio, anche nelle sue sensazioni. E parla come lui
  • Il dialogo deve essere dinamico, deve essere calato in un contesto, ci devono essere elementi esterni. Essi sono come il rumore di fondo nella vita reale: se tutto si fermasse, qualcosa stonerebbe. Lo stesso nella narrativa, se lo sfondo resta immobile il lettore è infastidito (anche se magari non capisce perché). Il mondo si può fermare solo per poche battute, poi qualcosa deve succedere
  • Ma non deve essere interrotto continuamente. Lo stesso vale per i pensieri: possono inserirsi in un dialogo, ma non continuamente. E devono essere concreti (un personaggio non deve pensare alla morte in astratto, ma a quel giorno in cui seppellì il suo cagnolino)
  • Un dialogo ha senso se è significativo per la trama e se mette di fronte personaggi con obiettivi diversi. Ci deve essere uno scontro, un desiderio di prevalere sull’altro, o il dialogo sarà noioso
  • In un dialogo lineare il collegamento tra le battute è diretto, ma spesso i dialoghi che funzionano meglio sono quelli obliqui (“che ore sono?” – “dovresti riaccompagnarmi a casa”) o disconnessi (“che ore sono?” – “guarda, sei proprio un cretino”). Gli ultimi due modi creano più tensione, ma attenzione a non abusarne o i dialoghi non saranno più verosimili

Ci sono alcuni difetti che intaccano la verosimiglianza di un dialogo:

  • Tutti i personaggi hanno la stessa voce. Ogni personaggio deve avere una voce distinta, e ci arrivi conoscendo molto bene i personaggi (ad esempio un personaggio che è convinto di avere sempre ragione non userà il congiuntivo o locuzioni come “credo…”)
  • I personaggi parlano al lettore anziché tra loro
  • Il dialogo è sempre politicaly correct. Se un personaggio è razzista, deve dire “negro di merda”, non “extracomunitario”. Non bisogna aver paura di passare per razzisti: chi prende le idee di un personaggio per quelle di un autore è un idiota al pari di chi crede che un attore la pensa come un personaggio che interpreta
  • I personaggi parlano con la voce dell’autore

Il dialogo può essere usato per:

  • Accelerare il ritmo (perché contengono meno parole, inoltre una descrizione non ha conflitto mentre un buon dialogo sì)
  • Rallentare il ritmo (un dialogo è più lento di una scena d’azione)
  • Descrivere – ma attenzione che non si percepisca la forzatura del personaggio che aiuta l’autore