Come scrivere la scena perfetta


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FonteAdvanced Fiction Writing
Autore: Randy Ingermanson
Categoria: Scrittura
Argomento: Regole

La perfezione di una scena si può raggiungere dal punto di vista strutturale, come dal manuale “Techniques of the Selling Writer” di Dwight Swain. La struttura di una scena ha due livelli: quello su larga scala, e quello su piccola scala.

Per capire se ci si sta muovendo nella direzione giusta, tenere presente che il lettore legge il vostro libro perché è alla ricerca di emozioni. Se state scrivendo un libro romantico, dovete far credere al lettore che si sta innamorando. Se il vostro libro è un thriller, dovete creare nel lettore l’illusione che sia in pericolo di vita. Se state scrivendo un fantasy, il lettore deve credere davvero di trovarsi in un altro mondo. Il successo per uno scrittore arriva quando riesce a evocare queste emozioni nel lettore. La perfezione arriva quando sapete evocare queste emozioni nel modo più completo possibile.

La struttura della scena su larga scala

Potete scegliere di organizzarla in due modi: secondo quella che Swain chiama “Scene” o secondo quella che chiama “Sequel”, entrembe formate da tre parti. Dovete mostrare che il personaggio punto di vista (PG POV) sta vivendo davvero una scena – così tanto che il lettore creda di viverla come se fosse il PG POV.

Scene:

  1. Obiettivo: ciò che il PG vuole all’inizio della scena. Deve essere specifico e chiaramente definibile. Questo renderà il vostro PG attivo, che è una delle chiavi prer creare personaggi interessanti – perché anche i lettori vorrebbero essere attivi nel cercare ciò che vogliono anziché aspettare che capiti. Se anche non una brava persona, volere qualcosa lo rende interessante, e i lettori si identificheranno con personaggi interessanti – che è ciò che lo scrittore vuole
  2. Conflitto: gli ostacoli che il PG trova per raggiungere l’obiettivo. La Scene deve avere un conflitto, altrimenti risulta noiosa. I lettori vogliono lottare per ottenere l’obiettivo, la vittoria non ha valore se arriva senza difficoltà
  3. Disastro: il PG fallisce nel raggiungere il suo obiettivo. Non fate raggiungere gli obiettivi ai PG, la vittoria è noiosa! Quando una Scene finisce con una vittoria, il lettore non sente l’urgenza di continuare a leggere. Fai succedere cose orribili, lasciate “appesi” i lettori

Sequel (vegono dopo le Scene – dopo un disastro non si può ripartire con una Scene che ha un obiettivo come se niente fosse successo, serve riprendersi):

  1. Reazione: la risposta emotiva al disastro. Il PG è sbilanciato, ha una reazione viscerale, ad esempio di dolore. Lascia che stia male, il lettore potrebbe star male con lui. Potreste voler lasciar passare del tempo (non è il momento di un’azione, ma di una re-azione). Ma questa situazione di lutto non deve durare per troppo tempo – nella vita reale, chi si piange troppo addosso perde gli amici, nella scrittura si perdono i lettori. A un certo punto il PG dovrà guardare le sue opzioni – e il problema è che non ne ha nessuna
  2. Dilemma: è una situazione senza valide alternative. Se il disastro era un buon disastro, non ci sono buone opzioni. Ci deve essere un vero dilemma, il lettore deve essere preoccupato. Lasciate che il PG POV scandagli le opzioni e che il lettore si chieda cosa possa succedere ancora. Il PG poi troverà il minore del mali…
  3. Decisione: il PG farà una scelta tra le varie opzioni a sua disposizione. Questo è importante perché il PG diventa di nuovo attivo e non lascia che altri decidano per lui (caratteristica dei personaggi noiosi). La decisione deve essere una che il lettore possa rispettare – deve essere una buona scelta. Fa che sia rischiosa, ma che abbia una possibilità di successo. A quel punto il lettore dovrà girare pagina perché il PG avrà un nuovo obiettivo

Il modello Scene-Sequel funziona bene perché l’una porta naturalmente all’altra. A un certo punto finirete il circolo: darete al personaggio la vittoria finale o la sconfitta finale. Ma nel frattempo questo pattern permetterà al libro di proseguire, e alla fine il lettore vi maledirà perché ha speso tutta la notte a scoprire cosa sarebbe successo.

Questa però è solo la struttura su larga scala: dovete ancora scrivere fisicamente le scene, un paragrafo avvincente dopo l’altro.

La struttura della scena su piccola scala

Nella piccola scala, le scene vanno scritte secondo quella che Swain definisce “Unità Motivazione-Reazione” (MRU). Scrivere MRU è complicato ma un buon esercizio è quello di riscrivere interi capitoli finché non sono formati esclusivamente da MRU. È difficile, ma dà risultati.

Saper scrivere MRU è la chiave per scrivere libri avvincenti.

Gli MRU si scrivono alternando ciò che il PG vede (Motivazione)  e ciò che fa (Reazione). La Motivazione è oggettiva, qualcosa che il PG vede/sente/prova. Dovete scriverlo in modo che anche il lettore lo veda/senta/provi. A quel punto il personaggio fa una o più Reazione in risposta alla Motivazione. La sequenza in cui scrivere MRU è quella di ciò che è fisiologicamente possibile. Ricordate che la Motivazione è esterna e oggettiva, la Reazione è interna e soggettiva. Questo pattern crea l’illusione nel lettore di fare un’esperienza reale. Vediamo di scomporlo nelle sue parti:

  • La Motivazione è esterna e oggettiva: quindi la presentate in termini esterni e oggettivi, semplici, in un paragrafo. Ad esempio: “la tigre balzò giù dall’albero e corse verso Jack”. Come se fosse mostrato da una videocamera. Non serve mostrare che il punto di vista è quello di Jack: quello verrà dopo, la Motivazione è semplice e pulita
  • La Reazione è interna e soggettiva: quindi la presentate esattamente come il PG POV la vivrebbe – dall’interno. È la vostra occasione di far sì che il lettore sia il PG POV. La Reazione dovrebbe avvenire nel suo paragrafo, non nello stesso della Motivazione. La Reazione è in genere più complessa e avvine su una scala temporale diversa. Nell’esempio della tigre, nei primi millisecondi si ha tempo solo di avere paura. Nei primi decimi di secondo la reazione sarà quella istintiva, ed è tutto ciò che deve essere: un istinto, un riflesso. Poi si ha tempo di agire razionalmente, pensare, parlare. La complessità della reazione del PG va presentata in quest’ordine, dal più veloce al più lento. Altrimenti distruggete l’illusione che ciò che sta accadendo sia reale. Per continuare l’esempio precedente: “una scarica di adrenalina attraversò le vene di Jack (sensazione). Afferrò il fucile che aveva appeso alla spalla (riflesso), puntò al cuore della tigre e premette il grilletto. <Muori, bastarda>” (azione razionale e parola). Potete anche non usare tutte e tre le componenti, ma è importante che l’ordine sia sempre corretto.
  • Dopo la Reazione arriva un’altra Motivazione: per continuare l’esempio “La pallottolà morse la spalla destra della tigre. Sangue schizzò fuori dalla ferita. La tigre ruggì e esitò, poi saltò dritto verso la gola di Jack”. La Motivazione può essere semplice o complessa, ma deve essere qualcosa di esterno, cioé qualcosa che chiunque potrebbe vedere se si trovasse lì. Quando il ciclo di Motivazioni e Reazioni è finito, la scena è finita. Non fatela finire né troppo presto né troppo tardi. Ogni parte di una scena che non è composta da MRU va eliminata. Ogni frase deve valere.

Scrivere tenendo presente queste regole è impossibile: la prima stesura è quella naturale, che scrivete senza pensare alle regole. Questa è la fase della creazione, è un duro lavoro, e divertente, e senza una sua struttura. Dopo un periodo di pausa potrete dedicarvi alla seconda stesura – ed è lì che dovete far caso a queste regole. A questo punto imponete una struttura, passate alla fase di Analisi che non è più creazione – è distruzione. Smontare e rimontare.

Durante l’Analisi dovete capire se una scena è Scene o Sequel, e renderla tale o eliminarla. Identificatene i componenti e riassumeteli – se non riuscite a farlo, quella parte non è fiction e va eliminata dal libro. Se invece è una Scena o Sequel, fate sì che sia formata da MRU. Fate sempre attenzione che Motivazione e Reazione stiano in paragrafi diversi – ognuno può occupare più paragrafi, ma è peccato capitale metterli nello stesso paragrafo. Se ci sono cose che non sono Motivazioni o Reazioni, eliminateli: non sono fiction e state scrivendo fiction.
Controllate che le Motivazioni siano formate esclusivamente da elementi esterni, che le Reazioni siano il più interne possibili. Eliminate tutto il resto, anche le più brillanti intuizioni. Possono essere brillanti, ma se non sono fiction, non hanno spazio nel vostro libro, quindi tagliategli la gola e gettate la carcassa ai lupi.